Bite For Bite 06

AI in azienda: tra uso diffuso e reale trasformazione

Cari lettori,

L’intelligenza artificiale è diventata parte integrante del nostro lavoro quotidiano. Gli strumenti sviluppati dalle big tech sono ormai familiari a milioni di professionisti in tutto il mondo: secondo recenti dati, oltre il 75% degli occupati utilizza già strumenti di AI sul posto di lavoro, e quasi la metà ha iniziato negli ultimi sei mesi.

Tuttavia, questa adozione diffusa non si traduce in una reale trasformazione organizzativa. In molte aziende, l’AI resta confinata a un utilizzo individuale, non collegato ai processi chiave o alle priorità strategiche. Il rischio? Trattare l’AI come un’etichetta trendy, più che come una leva concreta per la competitività.

Il paradosso dell’adozione

Secondo Eurostat, nel 2024 solo il 13,5% delle imprese europee con almeno 10 dipendenti ha adottato almeno una tecnologia AI. Anche tra le grandi aziende, dove l’adozione sale al 41%, molte iniziative rimangono frammentate e prive di un piano strutturato.
Fonte: https://ec.europa.eu/eurostat/statistics

Negli Stati Uniti, lo scenario è leggermente più avanzato, ma molte imprese faticano a scalare l’adozione dell’AI oltre i progetti pilota.
Fonte: https://www.bcg.com/

In Asia, Paesi come l’India stanno investendo sulla formazione: il 50% dei professionisti IT riceve oggi una formazione strutturata in AI direttamente in azienda.
Fonte: https://economictimes.indiatimes.com

Il vero nodo? Formazione e integrazione nei processi

Non basta inserire un tool come ChatGPT o Copilot nella quotidianità aziendale per parlare di trasformazione digitale.
Senza un progetto strutturato e una cultura dell’innovazione condivisa, l’AI rischia di restare una buzzword utile al marketing, ma inutile per il business.

Il 59% dei lavoratori cerca formazione AI in autonomia, quando l’azienda non la offre. L’81% si sentirebbe più sicuro se la propria organizzazione proponesse percorsi formativi strutturati (fonte: Randstad Workmonitor).

Chi guida oggi la transizione ha un compito chiaro: investire non solo in tecnologia, ma in cultura, competenze e governance. Solo così l’AI può evolvere da “tool” a alleato strategico.

La nostra proposta: Armundia A-Human

Per accompagnare le aziende verso un’adozione concreta e strategica dell’AI, abbiamo sviluppato Armundia A-Human: un copilota conversazionale basato su modelli linguistici avanzati (LLM), AI generativa e tecniche di Retrieval Augmented Generation (RAG).

Pensato per rispondere alle esigenze delle industry, A-Human si integra nativamente nei processi aziendali, automatizza attività ripetitive, analizza i dati in tempo reale e supporta decisioni operative e strategiche. Il tutto all’interno di un’architettura flessibile e sicura, progettata per evolvere con l’azienda, apprendendo dai dati, semplificando i flussi e migliorando le performance in modo misurabile.

🔹 Riduzione del 60% del tempo in attività ripetitive

🔹 ROI visibile fin dalle prime fasi: meno costi, più efficienza

🔹 Ambienti dinamici e profilati per ruolo
🔹 Cicli di rilascio più rapidi e controllo maggiore sul time-to-market

Con A-Human, la produttività non si racconta, si misura.

Leggi di più su: armundiafactory.com/bloarticle.Copilot

Agire ora: l’AI non aspetta

Continuare a testare strumenti isolati, senza una strategia chiara, è un lusso che le imprese non possono più permettersi. L’AI è una sfida tecnologica, organizzativa e culturale.

Oggi esistono soluzioni pronte ad accompagnare ogni impresa in un percorso di crescita graduale, accessibile e su misura.
Il futuro non appartiene a chi adotta semplicemente l’AI. Ma a chi sa integrarla, misurarla e farla crescere insieme al business.

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Insieme, possiamo costruire un futuro digitale solido, sicuro e sostenibile.
Un Bit for Bite alla volta.

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